RAVE PARTY: FENOMENO DA CONTRASTARE CON FERMEZZA
Solitamente sono raduni che si alimentano tramite il passaparola via social e coinvolgono, molto spesso, migliaia di persone, in maggioranza giovani, che arrivano in un determinato posto dai luoghi più disparati. Stiamo parlando dei rave party, veri e propri assembramenti non autorizzati che, purtroppo, stanno creando enormi problemi di ordine pubblico. La prima, naturale domanda da porsi è come mai si permetta a tantissime persone di radunarsi e non si punti a fermarli prima che arrivino a destinazione; d’altronde, pensiamo sia facile capire che vere e proprie “carovane” si stiano dirigendo verso un’unica località. E’ chiaro, infatti, che una volta posizionati, lo sgombero appare più difficoltoso. Quindi, occorrerebbe, a nostro avviso, un’attività preventiva che, però, non ci risulta venga attuata. Crediamo che nei confronti di questi individui si debba essere molto fermi nell’ostacolare il loro intendimento che potrebbe comportare conseguenze piuttosto gravi, tenendo anche presente che il Covid non ci ha ancora abbandonato del tutto e si possono, quindi, creare potenziali focolai. Insomma, pensiamo che non sia logico permettere che per giorni e notti, svariate centinaia di persone possano occupare suoli pubblici o privati, senza che chi è deputato a mantenere l’ordine riceva precise e tempestive indicazioni per azzerare la criticità. Nello scorso mese di agosto, ad esempio, in una zona tra Toscana e Lazio si sono ritrovate alcune migliaia d’individui che, per cinque giorni, hanno dato impunemente vita a ripetuti ed esecrabili episodi di sballo, prima di essere invitati ad allontanarsi. Riteniamo inammissibile temporeggiare su questi fatti e crediamo che chi ha responsabilità nell’ambito del Ministero dell’Interno non possa esimersi dall’essere maggiormente incisivo nel fronteggiare tempestivamente tali situazioni. Insomma, i rave party sono un odioso fenomeno da contrastare col massimo impegno e la giusta determinazione; occorre, quindi, un deciso cambio di passo nei confronti di coloro che, impunemente, organizzano e partecipano a questi illegali raduni.
Maurizio Filippini