MEGLIO IL POLITCAMENTE SCORRETTO DELL’ASSENZA DI PRAGMATISMO: IL VACCINO CHE VIENE DALLE “LONTANE RUSSIE”
È un dato di fatto, non sono un esperto di vaccini, ma cerco di farmi un’idea sugli stessi leggendo le notizie, anche contrastanti, che ogni giorno riempiono le pagine dei giornali e parlando con chi ha le competenze tecniche per fornire spiegazioni. In attesa di ricevere il vaccino di AstraZeneca, al quale sembrano essere destinati gli avvocati fiorentini, la mia attenzione si è rivolta al vaccino russo Sputnik, nome mutuato dal programma russo Sputnik, appunto, che consisteva in una serie di missioni nello spazio senza esseri umani.
Ho notato infatti, anche con un certo stupore, il recente, lento ma costante avvicinamento al vaccino di origine russa da parte delle Autorità europee e nazionali, orientate (finalmente!) a verificare meglio (senza preconcetti politici!) le potenzialità di detto vaccino. Per quanto mi è dato di comprendere, il vaccino Sputnik avrebbe una capacità di “copertura” contro il virus particolarmente elevata, pari a circa il 91%, con una “tecnologia a doppio vettore” che si sostanzierebbe in una sorta di combinazione di due vaccini che imprimerebbero come tali al vaccino stesso una maggiore capacità protettiva contro il Covid-19. In altri termini, saremmo al cospetto di un vaccino particolarmente efficace, che quantomeno avrebbe meritato da tempo l’attenzione delle Autorità europee a trazione tedesca, attenzione che al contrario è arrivata soltanto da alcuni giorni. Tant’è che l’Ente europeo preposto a valutare anche i siti produttivi del vaccino, starebbe già scaldando i motori per inviare i propri funzionari nelle “lontane Russie”. L’origine di questo nuovo atteggiamento è da individuare anche nell’evidente incertezza che regna sovrana negli Organismi europei in merito al rispetto delle forniture dei vaccini da parte delle case produttrici, incertezza che sembra imputabile non tanto alle “egoiste” società definite Big Pharma, bensì al pacifico, strutturale, originario difetto di pragmatismo tipico delle Autorità europee nell’affrontare le emergenze, pragmatismo che caratterizza al contrario i paesi Common Law e di ispirazione davvero liberale, poco inclini a quel pressappochismo celato dietro frasi ad effetto del tipo “andrà tutto bene”, ma adusi a ricercare sempre la massima concretezza nel loro agire. Tant’è che al cospetto di fallimentari scelte europee sui vaccini, importanti Paesi facenti parte della Comunità hanno deciso di cercare anche altre strade rispetto a quelle loro indicate, al fine di ottenere approvvigionamenti più rapidi, così da immunizzare il più alto numero di propri cittadini nel più ristretto tempo possibile. Sotto il profilo di una costante ricerca di velocizzare la produzione, risulta interessante l’impegno profuso in questi ultimi giorni dal neo ministro Giancarlo Giorgetti, nel cercare di portare in Italia la produzione dei vaccini o di qualche vaccino, convertendo siti produttivi già presenti nelle nostre Regioni, così da garantire meglio il nostro Paese anche negli anni futuri, quando sarà forse necessario procedere con dei richiami. Nell’ottica di una indipendenza rispetto all’Unione Europea, sancita da altri Paesi che, come sopra detto, stanno cercando approvvigionamenti diversi da quelli indicati dalle Autorità comunitarie, ho apprezzato particolarmente l’incontro tenutosi nel corso di questa settimana a Roma tra i senatori della Lega Matteo Salvini e Manuel Vescovi, da un lato, ed una delegazione del Governo della Repubblica di San Marino, dall’altro, nel corso del quale è emersa la disponibilità del governo sammarinese di rendere disponibili le dosi del vaccino Sputnik, da detto governo acquistate, per le migliaia di italiani che ogni giorno varcano il confine con la Repubblica di San Marino. Intravedo infatti, in detta scelta dei due senatori della Lega, una volontà ben precisa di tracciare un percorso concreto, pragmatico, seppure – così lo definirebbero i liberal di sinistra – di stampo politicamente “scorretto”, che porti ad oltrepassare i confini dettati dalle Autorità europee nell’ambito dei rifornimenti di vaccini, così da valutarne con maggior interesse e con la massima oggettività ulteriori, tra i quali lo Sputnik appunto, prodotti da società diverse dalle cosiddette Big Pharma. D’altronde, lo ripetiamo, dette Autorità europee hanno dimostrato limiti decisionali inaspettati, che creano serie perplessità: ed allora meglio certamente il politicamente scorretto che l’assenza di pragmatismo.
Silvio Pittori