Lancette indietro di un’ora. Sarà l’ultima volta?
Lancette indietro di un’ora. Torna l’ora solare. E così sarà fino a domenica 28 marzo 2021. Poi, forse, non ci sarà più bisogno di spostare le lancette. Perché questa operazione, alla quale ormai siamo abituati due volte all’anno, potrebbe avere i mesi contati. Come mai?
Ad aprile 2021 i Paesi europei dovranno decidere quale fuso orario adottare. E’ stata la Commissione europea ad avanzare la proposta di abolire il cambio dell’ora, dopo una consultazione pubblica che si è svolta tra luglio e agosto 2018 e che ha trovato d’accordo l’84% dei votanti. Proposta sostenuta dal Parlamento europeo, che ha approvato una risoluzione per porre fine al cambio stagionale dell’ora, ma rinviando la data al 2021. E, di fatto, lasciando decidere ai Paesi dell’Ue se mantenere l’ora legale o quella solare. Il risultato, però, è che ci si potrebbe trovare davanti a fusi orari a macchia di leopardo. Sì, perché se la Francia vorrebbe mantenere l’ora legale, i paesi del nord Europa spingerebbero per avere 12 mesi all’anno l’ora solare, dal momento che le giornate durante l’estate sono già molto lunghe e un’ora guadagnata grazie allo spostamento delle lancette non gioverebbe a nulla. E l’Italia? Decide di non decidere. Sembrerebbe che il Governo Conte abbia chiesto di lasciare le cose come stanno. E quindi mantenere il passaggio da ora solare a ora legale esattamente come avviene da 54 anni a questa parte.
In realtà, il dibattito sull’opportunità di abolire o meno il cambio dell’ora non ha particolarmente scaldato i cuori dei cittadini. Anche perché, come ha fatto notare il leader della Lega Matteo Salvini, (“un’Europa che chiede miliardi di euro per cambiare le lancette degli orologi”), in realtà l’ora legale permetterebbe al nostro paese di risparmiare, e non poco. Stando agli ultimi dati forniti da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, in questi ultimi sette mesi l’Italia ha avuto un beneficio economico di 66 milioni di euro. Per non parlare, poi, “dell’impatto positivo – si legge nella nota – anche in termini di sostenibilità ambientale, con 205 mila tonnellate in meno di CO2 immesse in atmosfera”.
Insomma, la palla adesso passa al nostro Paese che il prossimo aprile dovrà decidere come intende muoversi su questo fronte. Per il momento, dovremo rassegnarci ad un’ora di luce in meno e una di buio in più. Poi, chissà.
Irma Annaloro