LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI: I VACCINI ALLE CATEGORIE PIU’ A RISCHIO
Da alcuni giorni uno dei temi maggiormente trattati sui quotidiani è quello relativo alla richiesta proveniente da una parte della Magistratura di essere vaccinata in via prioritaria. In particolare, l’Associazione Nazionale Magistrati ha lamentato che il nuovo piano strategico vaccinale non ponga i lavoratori del comparto giustizia tra i primi destinatari del vaccino, invitando di conseguenza i dirigenti degli uffici giudiziari ad adottare misure organizzative che tutelino la salute seppure tali da rallentare o persino sospendere l’attività giudiziaria.
Di fatto la Giunta della Associazione Nazionale Magistrati ha dimostrato la propria contrarietà alla decisione del Governo e, quindi, della Politica, di procedere a vaccinare i cittadini in forza delle classi di età anziché della professione o dell’attività svolta. Sono rimasto piuttosto stupito della richiesta avanzata dalla Magistratura in quanto non mi è dato di comprendere come un’aula di un Tribunale o una cancelleria possano esporre il personale a rischi maggiori di quelli che corrono da oltre un anno i commessi dei grandi magazzini. Tratto l’argomento per esperienza diretta, avendo assistito nel corso di quest’ ultimo anno ad un continuo diradamento delle udienze, sia civili che penali, alla sostituzione di numerose udienze civili con forme di trattazione scritta, ed alla applicazione di regole ferree dirette a disciplinare le udienze penali. Quanto alle cancellerie, l’accesso alle stesse è consentito soltanto previa iscrizione su specifiche piattaforme, iscrizione corredata da motivazione, con l’effetto che nei corridoi del Tribunali si aggirano pochissimi “avventori”, rispettosi delle regole imposte a tutela della salute. Perché quindi magistrati e avvocati dovrebbero beneficiare di un trattamento di favore, quando ci sono alcune categorie di lavoratori maggiormente esposte al rischio del contagio, tuttora in attesa, insieme agli anziani, di ricevere le vaccinazioni. Vedo quindi con favore la scelta effettuata dal Governo, in applicazione del principio, spesso dimenticato, che la legge è uguale per tutti, di vaccinare i soggetti anziani o comunque particolarmente fragili. Se tale regola avesse trovato applicazione anche nella mia Toscana, forse avremmo avuto meno magistrati e meno avvocati vaccinati, ma più anziani sottoposti quantomeno al primo vaccino così da offrire la massima tutela possibile a chi rappresenta la nostra storia e le nostre radici. Non so se da domani sarò guardato con sospetto nei lunghi corridoi del Palazzo di Giustizia, ma credo che un principio etico come quello che si sostanzia nel dare la precedenza ai più fragili, sia anche un imperativo categorico al quale tutti noi dovremmo sottostare.
Silvio Pittori