LA DIETA MEDITERRANEA NON PIACE ALL’EUROPA. DOPO LA CARNE SINTETICA, ADESSO PURE GLI INSETTI A TAVOLA
Una cosa è certa. All’Unione Europea non va proprio giù la dieta mediterranea. No. Perché a leggere le ultime notizie che riguardano le tavole di tutti gli italiani, e non solo, il modello nutrizionale ricco di cibi genuini e ispirato ai modelli alimentari diffusi in alcuni Paesi del bacino mediterraneo sta subendo duri colpi sul piano europeo e internazionale. Come mai? La risposta sta tutta nell’ultimo via libera che gli Stati membri dell’Unione Europa hanno dato nel settore. Parliamo dell’ok alla commercializzazione come “nuovo alimento” delle larve gialle essiccate del tenebrose mugnaio, le tarme della farina. Cosa significa tutto questo? Gli insetti potranno arrivare sulle nostre tavole. Li potremo mangiare come snack o potremmo usare la farina da loro derivante come ingrediente per numerosi prodotti alimentari.
Una follia? A quanto pare non lo sarebbe per l’Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, la cui valutazione scientifica ha poi portato alla decisione dell’Unione Europea. Decisione adottata dalla Commissione nell’ambito della strategia “Farm to Fork”. Di cosa si tratta? Nient’altro che un piano decennale messo a punto dalla Commissione europea, pubblicato lo scorso anno, per rendere il sistema alimentare europeo più sostenibile sotto diversi aspetti e riducendo il suo impatto sui Paesi terzi. “Farm to fork” fa parte dell’European Green Deal, la proposta legislativa in tema ambientale su cui ha lavorato la Commissione e si pone come obiettivo quello di guidare la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente.
Una decisione che, però, ha fatto saltare dalla sedia associazioni di categoria, numerosi chef e anche il mondo politico. A partire dal sottosegretario alle Politiche agricole, alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio: “Se la sostenibilità per Bruxelles significa questo, purtroppo non possiamo che manifestare molti dubbi. Così si concretizza la strategia “Farm to fork” per la Transizione verde? Nell’individuare gli insetti come una fonte proteica alternativa, penalizzando invece la zootecnica, trattata come causa di tutti i mali, non si comprende bene in base a quale evidenza scientifica?”. Ricordando, tra l’altro, cosa successe qualche mese fa con la carne. Prima, individuata come potenziale alimento cancerogeno, al pari del vino, sulla base di un lavoro presentato dal’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’OMS che ha messo in relazione l’alimentazione a base di carne e insaccati con l’incidenza di diversi tipo di tumori. Poi, non limitando l’uso delle denominazioni di carne ai soli prodotti di origine animale, lasciando che si potesse considerare carne ciò che carne non è (e cioè tutto quello che è un prodotto di sintesi). Senza considera, ancora, il cosiddetto “Nutriscore”, la nuova etichettatura voluta dal’Europa secondo cui, ad esempio, Coca cola e Red Bull sarebbero ammesse in una dieta che, allo stesso tempo, esclude il consumo di parmigiano, grana padano, prosciutto San Daniele, pecorino e Nutella. Perché sono alimenti da evitare.
Insomma, un vero attacco alla dieta mediterranea, ai cibi veri e nutrienti, al Made in Italy, all’export italiano, ai nostri produttori e a tutte le eccellenze del nostro Paese che attraverso il loro duro lavoro portano in alto la nostra bandiera. E ora? Quale sarà la prossima mossa?
Irma Annaloro