IL PRENCIPE GALEOTTO E L’ HUMANA PIETAS: DEI VACCINI E DEI DANARI
“Umana cosa è aver compassione degli afflitti; e come che a ciascuna persona stea bene, a coloro è massimamente richiesto”. Così iniziava il Decameron ma da allora nulla è cambiato. Se non fosse l’ amara realtà potremo dire che appare un incubo destinato a ripetersi. Certo è che scoprire che anche dopo l’ ennesimo sacrificio imposto nelle festività pasquali ciò che ci attende non è quel “tana libera tutti” che tutti si attendevano, quanto piuttosto una ulteriore e dolorosa chiusura, è una doccia fredda che sta generando non pochi mal di pancia anche alle stesse diverse sensibilità politiche che sono oggi al Governo.
Diverse sensibilità che vedono da una parte i fautori del massimo rigore e che ritengono nelle chiusure totali l’ unica via possibile per contrastare la famigerata terza ondata pandemica e le sue variabili, e dall’ altra coloro che sono invece per un graduale programma di riaperture di pari passo all’ incremento del numero percentuale dei vaccinati; come dire: inutile vivere da malati per morire sani.
Contrapposizioni che rimandano alla mente le vecchie dispute sorte in Europa tra i fautori del massimo rigore economico e nel contenimento dei disavanzi di deficit di bilancio dei Paesi dell’ Unione e chi, soprattutto viste le sorti di alcuni Paesi come la Grecia, propendevano per forme più o meno ampie di flessibilità ben convinti che di massimo rigore si può anche morire. Sappiamo come questa querelle è andata a finire ed alzi la mano chi ancora oggi suole ancora parlare di numeri o numerini da erigere ad un vero e proprio dogma di virtuosità economica.
La verità in quel caso fu che pandemia o non pandemia molti paesi hanno capito che senza finanziamenti alla crescita e sostegni all’ economia reale (leggi lavori ed opere pubbliche) non si andava da nessuna parte e si fanno ora paladini di una Europa munifica e pronta a tollerare scostamenti di bilancio considerevoli oltre che finanziamenti a go go come nei ventilati Recovery found.
Ad oggi la questione, mutatis mutandis, si ripete come si ripetono gli stessi errori che vogliono il fatto che avendo i ladri al supermercato la soluzione non è arrestare i ladri (leggi il virus) quanto chiudere l’ intero supermercato.
E lo si fa nella maniera più ottusa quanto stupidamente ottuso è un ministro che è demenziale in ogni suo agire. Una sommatoria inaudita di errori su errori che vorrebbe il virus arrestarsi sui confini delle regioni province o paesi o in base a fasce orarie (colpisce solo dopo le ore 18.00) o in base ai luoghi di riferimento: sui campi di calcio no ma a scuola si; teatro si e ristorante no; in vacanza in Italia no ma all’ estero si; negozi di vicinato si, supermercato no e chi più ne ha più ne metta laddove (forse) basterebbe il buon senso del “caso per caso” e delle regole tecniche da rispettare. Se non fosse la cruda realtà sembrerebbe una barzelletta come è una assoluta barzelletta continuare dopo quasi due anni nel 2021 a contrastare il virus come lo fecero raccontano le cronache di Tucidide ad Atene già nel 430 a.c. o ancora come la famosa “bolla” che altro non erano i dieci giorni di quarantena (in realtà furono 14) raccontata intorno al 1347 o giù di li dal Boccaccio proprio nel Decameron per sfuggire ad una peste nera che proveniva ancora (guarda caso e poi si dice la storia non si ripete) proprio dalla Cina (sic). Almeno li fin dagli anni avanti Cristo non pagarono come oggi una mezza manovra di bilancio a tecnici e supertecnici la cui unica cosa che hanno partorito è (ora come allora): statevene tutti chiusi in casa. (suggerisco di conferire ai nostri tecnici di oggi il premio nobel per la scienza per la loro originale scoperta scientifica. Ma del resto che dire…..quando la politica si fa governare dai tecnici questo è.
Non si vuole poi certo infierire sulla questione vaccini e come possa mai essere stato possibile il fatto che una intera comunità internazionale si sia fatta infinocchiare in modo così brutale ed ingenuo (?) dalle lobbie delle case farmaceutiche che hanno dettato il bello e cattivo tempo e che soltanto ora che si paventa per loro la possibilità o il rischio di vedersi sottrarre ricchi contratti a beneficio di altri contraenti ad est si stanno quasi magicamente risvegliando ed iniziano ad adempiere ad i loro obblighi contrattualmente assunti.
E qui, bisogna riconoscerlo la mano di Draghi la si è vista eccome stante il fatto che da qualche parte si è capito che l’ interlocutore del caso non era l’ azzecca garbugli di Volpurara Appula, l’ Avvocato del popolo con tanto di farfallino, ma di ben altro spessore, abituato a muovere milioni di euro ad una sua sola alzata di ciglio e nei confronti del quale la stessa Germania non ha mai anche solo pensato di mettere in discussione alcuna sua decisione allorchè, Governatore della Banca Centrale Europea lanciò il quantitative easing, a dispetto degli stessi banchieri tedeschi (e ralativa Corte Costituzionale) che urlavano al tradimento dell’ Euro. Una persona quest’ ultima che spiace per il mellifluo past Premier le cose per intendersi è abituata più a farle che ad annunciarle.
Ciò non toglie, ed è inutile nasconderselo, che sia troppa la zavorra del precedente governo con tutte le sue contraddizioni ed incompetenze che, obtorto collo, Draghi si è trovato costretto a far salire a bordo. E certo non è bastato sottrarre a questi tutti i ministeri economici, visto che la lotta alla pandemia che ha lasciato loro in gestione, fatto salvo il necessario commissariamento inevitabile volto a rimuovere Cimabue Arcuri & co., sta continuando a disimpegnarsi nello stesso fallimentare modo già sperimentato.
Un segno di svolta certo è stata la garanzia di restituire centralità al Parlamento e che l’ ultimo dpcm sarebbe stata appunto (e si spera) l’ ultima cambiale da pagarsi al movimento cinque stelle unitamente a quel reddito di cittadinanza (o di delinquenza) da questi non a caso voluto: ma si sa, dalle loro parti e nella maggioranza di questi anche loro “tengono famiglia”.
Tutto bene se non fosse che il decreto legge in questione dispiegherà i suoi effetti sino al 30 aprile (quindi per circa 20 giorni) e quindi troppo poco il tempo per una eventuale legge di conversione (entro 60 giorni) che potrebbe apportare ad esso i giusti correttivi.
Va quindi salutato con estremo favore l’ inserimento voluto in esso dal centro destra di una cosiddetta “clausola di salvaguardia” che permetta in costanza di dati sulla pandemia maggiormente favorevoli di poter adottare a livello locale un programma graduale di riaperture di cui si ha un disperato bisogno da parte dei soggetti economici portati sull’ orlo del disastro.
Ma tutto ciò certamente non basta. E se è pur vero che le leggi macroeconomiche ci dicono che ai periodi di grande depressione si susseguono forti momenti di ripresa e di rilancio degli investimenti, è anche vero che questi devono trovare sede in un piano più ampio di rilancio che sia favorito davvero da grossi investimenti in studio, ricerca ed innovazione, oltre che in infrastrutture, lavori pubblici e rinnovamento tecnologico, accompagnati da un effettivo snellimento dell’ elefantiaca macchina burocratica, e, e soprattutto, dalla irrinunciabile sicurezza e legalità.
Non si può infatti continuare a sottacere il fatto che come durante i conflitti bellici ha sempre prosperato il “mercato nero”, così altrettanto nelle grandi depressioni e negli effetti pandemici come post pandemici, di pari passo al cosiddetto credit crunch (restringimento del credito) fiorisca o rischino di fiorire (e rapporti della Dia alla mano i segnali ci sono tutti) fenomeni di money laudering (riciclaggio ed auto riciclaggio) delle grandi consorterie criminali che tendono a penetrare il mercato delle piccole e medie imprese e quindi infettare la base dello stesso tessuto economico del Paese.
Ecco che il binomio indissolubile tra legalità e credito viene a riproporre la sua inaudita attualità e su questo, inutile nasconderselo, oltre alle istituzioni che dovranno fare la loro parte, sono proprio gli stessi territori a dover mettere in campo gli adeguati anticorpi volti a recepire prontamente ogni segnale in tal senso.
Siamo più che fiduciosi che i vari vaccini la cui macchina organizzativa sta finalmente andando a regime, espliciteranno nel medio periodo i loro effetti mettendo finalmente nell’ angolo il virus; ma si vorrebbe tuttavia essere altrettanto fiduciosi di trovare presto e subito ben altra natura di vaccini, ossia quei finanziamenti alle famiglie ed alle imprese,che permettano di contrastare un non meno pericoloso virus: quello letale di stampo mafioso che certo non ci fa ammalare di Covid, ma che ci riserverebbe bel altra morte. Quella economica.
Mauro Mancini Proietti