Il Covid viaggia su metro e bus?
Sembrano lontanissimi i tempi in cui il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina difendeva la sua scuola dagli attacchi che vedevano gli istituti scolastici come un lazzaretto, luogo principale di contagio tra i giovani, e tirava per la giacca la collega di Governo, ministro dei Trasporti, Paola De Micheli. Pronta, da parte sua, a rimandare ogni accusa al mittente, certa del fatto che il veicolo di trasmissione del contagio non erano i mezzi pubblici locali, ma i banchi di scuola. Uno scontro politico interno alla maggioranza che se con la chiusura delle scuole e lo svuotamento di bus e metro si era momentaneamente spento, ora torna più che mai attuale.
Con la ripresa delle scuole in diverse regioni d’Italia, le immagini dei mezzi del trasporto pubblico locale strapieni hanno fatto il giro del web. Eppure la certezza da parte del Governo sul fatto che gli studenti sarebbero tornati al loro posto in totale sicurezza c’era già. Con tanto di rassicurazione da parte della titolare di Infrastrutture e Trasporti sul fatto che alla fine della pausa natalizia i ragazzi avrebbero potuto abbandonare la didattica a distanza e tornare a seguire le lezioni in presenza in tutta sicurezza. E tutto questo grazie ad un piano di risorse stanziate a livello centrale, linee guida emanate e un monitoraggio costante sull’evoluzione della situazione. Salvo poi ricordare che sarebbero stati i tavoli provinciali ad occuparsi di far rispettare le regole anti assembramenti in modo da scongiurare cluster di contagio.
Ora, di chi sia la colpa non si sa. Come sempre. Sta di fatto che le scuole hanno riaperto le porte, i ragazzi sono tornati in aula. E i mezzi del trasporto pubblico sono strapieni. Già, qualche giorno fa, circolavano le immagini all’esterno della stazione Anagnina di Roma, capolinea della metro A, dove la gente ammassata fuori attendeva di poter entrare all’interno della stazione. E’ vero. C’erano i controlli all’ingresso della metro per scaglionare le persone in entrata. Ma a cosa sono serviti se non si sono riusciti ad evitare gli assembramenti all’esterno? Il caso non è isolato. Perché nelle scorse ore la situazione si è ripetuta anche sulla Roma Lido, dove un guasto ad un treno ha creato problemi alle corse e ha creato, di conseguenza, assembramenti tra i passeggeri.
In realtà, il problema non riguarda solo la Capitale. Anche Torino e altre città, in cui le scuole hanno riaperto, hanno dovuto fare i conti con un piano anti assembramenti sui trasporti pubblici che non ha per niente funzionato. D’altronde, chi è deputato al controllo? Chi si occupa di scaglionare i passeggeri ed evitare che sui mezzi ci siano più persone di quanto sia consentito? Non possiamo lasciare che il problema dei mezzi pubblici sia lasciato al caso. Anche perché se è vero come ha già anticipato il virologo italiano Fabrizio Pregliasco, subito dopo ripreso dall’Oms, che la variante inglese del Covid-19 si trasmette di più tra giovani e ragazzi, la situazione desta non poche preoccupazioni. E merita qualche riflessione in più.
Irma Annaloro