Elezioni: quanto pesano indecisi e astenuti?
Votare è un diritto e magari dovrebbe essere anche un preciso dovere, ma è giusto che ognuno decida di recarsi, o meno, nella cabina elettorale. In questi giorni, con l’avvicinarsi delle elezioni regionali del 20 e 21 settembre, c’è stato il solito diluvio di sondaggi che, oltre a riportare, gli eventuali margini di distacco fra i vari contendenti, hanno pure segnalato che, come al solito, c’è tuttora una grossa fetta di cittadini indecisi, sia per chi votare, sia se effettivamente andare alle urne.
Un fenomeno che da noi è abbastanza consueto, ma ci sono pure molte altre nazioni, dove l’assenteismo elettorale è molto marcato. In pratica, capita, sempre più di frequente che chi decide, per mille motivi, di non esercitare il voto, rappresenta, come detto, uno spaccato piuttosto alto della popolazione; un partito di grosse proporzioni. Questa crescente disaffezione verso la politica, deriva da vari fattori che lasciamo a politologi e sociologici spiegare nel dettaglio; resta, però, il fatto che è un fenomeno non secondario, da valutare attentamente. Ripetiamo, non vogliamo assolutamente puntare il dito su chi decide di non esprimere il proprio giudizio su un candidato oppure su un altro, ma poi non lamentiamoci, come talvolta succede, se poi, pur non mettendo nell’urna la scheda, non condividiamo le idee ed i progetti di chi ci amministra; magari, votando, avremmo cambiato il corso delle cose. Il voto è uno strumento, a nostro avviso, molto importante nelle mani di tutti i maggiorenni e quindi, quando ci viene data la possibilità, cerchiamo di usarlo adeguatamente. Stavolta, poi, causa pandemia, si voterà in autunno e nuovamente in due giornate e quindi non ci dovrebbe essere nemmeno la scusa di preferire una gita al mare, invece che al seggio elettorale. La nostra speranza, a prescindere dal colore politico, è, quindi, che questa volta tanti italiani decidano, pertanto, di esercitare il proprio diritto e poi, vinca il migliore!
Maurizio Filippini