“Siamo contro una riforma del catasto che, sostanzialmente, sposta il calcolo dalla rendita catastale alla rendita di mercato, perché quest’ultimo è di gran lunga superiore alla rendita catastale. Quindi una riforma di questo tipo non può che far aumentare il costo dell’imu, delle compravendite, dell’iva: in più è prodromica ad una futura tassazione della prima casa. Inoltre la prima casa è nel calcolo dell’Isee, per cui se dovesse aumentare vorrebbe dire per i cittadini avere aumenti per gli asili, gli scuolabus, le mense e via via tutti i servizi sociali. Si colpirebbe anche una fascia di popolazione che è meno abbiente. Abbiamo ottenuto la garanzia che dopo l’approvazione del Def, verosimilmente ai primi di maggio, il governo prorogherà il bonus del 110% a settembre o addirittura a dicembre. Non dimentichiamo che fino ad ora il governo ha fatto dei pasticci: con l’art. 28 del decreto sostegni-ter per due mesi ha praticamente bloccato l’intero mercato delle ristrutturazioni, perché non era più possibile cedere crediti o fare lo sconto in fattura. E dal momento che molti italiani si sono attivati per ristrutturare la villetta, perché era di fatto gratis, è chiaro che si è fermato tutto per colpa del governo. Ma non è finita qui. C’è un’enorme penuria di materie prime, per questa ragione era utile intervenire.
Bisogna pensare ad un grosso scostamento di bilancio, per ridurre uno dei motivi della crescita dell’inflazione: il costo dell’energia. E’ il famoso costo delle bollette per famiglie, imprese e aggiungerei anche per i comuni. Inoltre è necessario intervenire sul prezzo della benzina, perché tutte queste voci incidono sui prezzi di tutti i prodotti. Ci troveremo pane e pasta alle stelle, per effetto del costo dell’energia. In secondo luogo serve intervenire sulla decrescita: avevamo stimato una crescita del 4%, adesso sembra che siamo il 3%. Significa che, se non interverremo, alla fine dell’anno arriveremo all’1,5%. I rischi sono quelli della stagflazione: ovvero stagnazione più inflazione. Poca domanda, bassa crescita, aumento dei prezzi: quindi uno scenario da anni ’70, con le domeniche a piedi e le luci spente per risparmiare. Dobbiamo assolutamente scongiurarlo: da un lato calmierando l’inflazione e intervenendo sui combustibili, dall’altro spingendo alla crescita aprendo il portafoglio con più scostamenti di bilancio. Normalmente non è possibile trasformare spese per investimenti in strumenti per calmierare i prezzi. Però si potrebbe chiedere una deroga all’Ue, data la situazione assolutamente eccezionale. Viceversa bisogna essere ancora più rapidi nello spendere i soldi del Pnrr perché gli investimenti producono crescita, occupazione e Pil. Se languono esportazioni e domanda interna, bisognerà spingere giocoforza sugli investimenti”.
Sonia Pira