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Carmignano: la città toscana ha tutte le carte in regole per imporsi in una più ampia concorrenza enologica

Carmignano sito nella piccola catena del Montalbano detiene al suo interno un bagaglio prezioso della sua tradizione enologica che affonda le sue radici nel XVIII secolo quando Cosimo III de’ Medici, sesto Granduca di Toscana emise il Bando Mediceo in base al quale veniva stabilita una severa normativa per la produzione ed il commercio dei vini realizzati nei suoi possedimenti. Per quattro aree geografiche di appartenenza furono fissati anche precisi confini. Il Chianti, il Pomino, il Carmignano e il Valdarno superiore ne furono assegnatari dando così origine a quella che oggi sarebbe chiamata DOCG, molto prima dell’avvento della prima AOC francese.

Carmignano grazie al suo clima caratterizzato da venti freschi provenienti dall’Appennino con piovosità media annua inferiore a mille mm, concentrate per lo più in autunno e inverno, contribuisce alla raccolta di uve sane e mature. Carmignano, come si legge nel blog “wine blog roll” non è rappresentato solo dai vini rossi più importanti in quanto in queste terre ha origine anche il giovane e versatile, ma per nulla scontato, Barco Reale di Carmignano Doc e il roseo VinRuspo (Barco Reale di Carmignano Rosato Doc), antesignano degli odierni rosati.

Il futuro della tradizione vinicola di Carmignano può farsi forte della sua storia valorizzando le sue qualità portando fuori vini d’eccellenza e inserirsi con sicurezza nelle zone produttive di altri tipi di vino.

Diletta Bresci

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