Il turismo in Toscana al tempo del Coronavirus
Il turismo per l’Italia in generale e per la Toscana in particolare è, da sempre, un settore essenziale per la nostra economia. Il Covid-19 ha creato e sta tuttora, purtroppo, creando grosse difficoltà ai tanti operatori di questo importante comparto e le prospettive per i prossimi mesi non sono particolarmente rosee. Per cercare di dare un aiuto concreto a chi vive di turismo, diverse Regioni si sono attrezzate, per tempo, con spot televisivi o iniziative mediatiche similari per invitare i nostri connazionali a trascorrere un periodo di vacanza nelle nostre splendide ed ospitali località marine, montane, ai laghi o in campagna.
Solo tardivamente, invece, la Regione Toscana ha dato il via ad un’iniziativa similare a quelle precedentemente citate, ma partire a luglio inoltrato per sponsorizzare le zone turistiche ci pare davvero poco tempestivo. Tutto doveva essere pensato e realizzato per tempo, come d’altronde hanno fatto in altre parti d’Italia, poichè l’offerta turistica italiana è molto ampia, variegata ed appetibile. A nostro avviso, dunque, si è trattato di un grave errore di valutazione che si ripercuoterà su una situazione già piuttosto complessa. D’altronde, non ci voleva una scienza per pensare che ci si doveva muovere anzitempo, poichè, pur se quest’anno è ancora più di moda il “last minute”, le persone vanno anche in qualche modo “guidate” e sollecitate nelle loro scelte vacanziere. Invece, da quanto ci risulta, la Toscana è arrivata buona ultima in questa attività di marketing che, alla fine, lo ribadiamo potrebbe davvero risultare ininfluente o quasi. E’ mancata, quindi, una giusta strategia ed un pò di buonsenso nel programmare le cose. Valutando l’alto valore intrinseco del fattore turismo nella nostra regione, è stato, quindi, un errore non di poco conto. La speranza è che, dopo un giugno disastroso ed un luglio altalenante, ma comunque lontano dagli usuali numeri standard di presenze, agosto possa riservare qualche sorpresa positiva ai tanti operatori italiani e toscani del settore. Purtroppo, invece, rimaniamo pessimisti riguardo alle città d’arte; a Firenze, ad esempio, diversi alberghi sono addirittura chiusi da mesi e quelli aperti lamentano cali di fatturato davvero rilevanti. In queste località, la mancanza o quasi di turisti stranieri, si è rivelato, infatti, un fattore altamente penalizzante; speriamo, ma non ne siamo ahimè molto convinti, che qualcosa cambi in autunno, perchè in caso contrario il dramma, potrebbe trasformarsi in tragedia…
Maurizio Filippini