Energia: nucleare, gas e rinnovabili
Oggi, si discute molto di nucleare, gas e rinnovabili. Queste ultime sono e continuano ad essere molto incentivate ma, purtroppo, gravano i loro costi sulle bollette e non hanno ancor oggi generato una filiera nazionale. È corretto parlare soltanto ed esclusivamente, al 100%, di rinnovabili, tra l’altro non programmabili e che producono energia solo quando c’è sole e vento (come fotovoltaico ed eolico), per decarbonizzare e tutelare l’ambiente? Il loro sviluppo sicuramente occorre, ma non deve essere esclusivo, perché ci espongono alla loro volatilità, che dovrebbe essere assorbita in sistemi di accumulo che devono ancora essere sviluppati.
Oltremodo, le rinnovabili ci legherebbero completamente alla Cina che fornisce circa il 70% dei pannelli solari a livello mondiale, quasi la metà delle turbine eoliche, e controlla gran parte dell’estrazione dalle ‘terre rare’ necessarie nella filiera dell’elettricità. Il nucleare pulito e sicuro è sicuramente una tecnologia stabile e programmabile che può consentire di decarbonizzare l’Europa entro il 2050. Con le sole rinnovabili, importanti ma non programmabili, non saremo mai in grado di fornire energia elettrica in modo sicuro e in quantità necessaria a famiglie e imprese. Il loro problema, infatti, non è tanto il costo di produzione, ma gli altissimi costi quando non producono. È necessario un dibattito serio e senza pregiudizi, come già qualcuno sta facendo, per lo sviluppo del nucleare di ultima generazione, riconosciuto in Europa come energia sostenibile e, come il gas, altrettanto fondamentale per la transizione energetica.
Sonia Pira