ETA’ PENSIONABILE? UN REBUS DI NON FACILE SOLUZIONE
Da sempre, l’argomento di come debba essere determinata l’età per andare in pensione, favorisce dibattiti ed ipotesi a non finire. Quali sono i migliori parametri da adottare? Bisogna, giocoforza, distinguere fra le varie attività lavorative, anticipando l’uscita per i lavori più usuranti? Domande lecite, a cui, specialmente alla prima, diventa difficile, se non impossibile dare risposte chiare e certe. Il secondo quesito è, invece, di più facile risoluzione, anche se non pare non esserci unità di vedute su quali categorie ricomprendere esattamente nella predetta tipologia. Alcuni hanno iniziato a lavorare molto giovani, parliamo, ad esempio, dei diplomati, mentre chi ha proseguito gli Studi, si è, ovviamente, affacciato più tardi nel mondo del lavoro e quindi è destinato ad andare in pensione in un’età diversa dei primi. Ma, al giorno d’oggi, con le prospettive di vita che si sono via via sempre più allungate, quale età si deve identificare come quella più giusta per godersi la meritata pensione? Vanno molto di moda le quote, ovverosia la somma fra contributi versati ed età. La Lega, tra il 2019 e l’anno in corso, è riuscita, ad esempio, a far giustamente prevalere l’idea che quota 100, quindi un minimo di 38 anni di versamento di contributi previdenziali e 62 anni, fosse l’optimum. Nel 2022, invece, il Governo Draghi ha optato per quota 102, quindi sempre 38 anni di contributi, ma l’età anagrafica si sposta a 64. Quindi, chi ha iniziato a lavorare, mettiamo a diciotto anni, già a cinquantasei anni, se la matematica non ci tradisce, potrebbe, in quanto a contributi, essere già in regola per la pensione, ma dovrebbe ugualmente rimanere al lavoro, perchè non avrebbe compiuto i fatidici 64 anni. Insomma, la quadratura del cerchio è assai complicata, così come mettere d’accordo tutte le parti in causa. Vi sono, poi, moltissimi esempi, di liberi professionisti, nel mondo accademico o quello giornalistico, solo per citare un significativo paio di settori, che, pur avendo un’età, talvolta, decisamente avanzata, proseguono a svolgere tranquillamente, godendo di buona salute, la loro pluriennale professione. Insomma, un vero e proprio rebus che, siamo certi, si trascinerà a lungo prima di trovare una soluzione che possa davvero essere gradita a tutti.
Manuel Vescovi.