DOPO DICIOTTO MESI RIAPRONO PARZIALMENTE I LOCALI DA BALLO: ERA PROPRIO NECESSARIO ATTENDERE TUTTO QUESTO TEMPO?
Rispondiamo subito alla domanda posta nel titolo: secondo noi, un’apertura al 50% della capienza di discoteche o locali da ballo, poteva essere autorizzata ben prima dell’11 ottobre. Purtroppo, com’è successo per diverse altre imprese commerciali, alcuni imprenditori del settore hanno dovuto chiudere l’attività e molti, pur riaprendo, dovranno sudare le proverbiali sette camicie per rimettere in sesto la propria azienda. Da notare, poi, che è stato dato il via libera anche alle strutture all’aperto, per il 75% della clientela, ma ci chiediamo chi potrà sfruttare, almeno per diversi mesi, questa opportunità, visto che ci si avvia verso l’inverno. Comunque, ribadiamo il fatto che, mentre si dava, progressivamente e giustamente il via libera ad esempio, a bar e ristoranti, continuava ad essere, inspiegabilmente, inibito il ballo, con grande dispiacere dei tanti appassionati. Questa estate, in realtà, in diversi stabilimenti balneari italiani, si è ovviato allo stop, organizzando varie situazioni in cui la musica l’ha fatta da padrona, agevolando lo scatenarsi in piste improvvisate ed ovviamente non controllate a dovere. Non sarebbe stato più agevole, permettere alle discoteche, la massima parte non al chiuso visto il periodo, di riaprire in sicurezza, osservando le ormai classiche misure anti-Covid? Niente da fare, si è preferito, a più riprese, chiudere un occhio nei confronti di potenziali trasgressori in spiaggia, invece di ridare un pò d’ossigeno ad un comparto in totale apnea. Migliaia di persone che, quindi, sono rimaste per lunghissimo tempo senza lavoro e magari con aiuti insufficienti da parte dello Stato, in attesa di poter nuovamente operare in strutture, fino a pochi giorni fa ermeticamente chiuse. Addirittura, il Cts aveva optato per un utilizzo del 35% della capienza delle discoteche; fortunatamente, qualcuno ha poi capito che tale percentuale sarebbe stata offensiva e non certamente d’aiuto e saggiamente ci si è spinti, almeno, fino ad un più decoroso 50%. Immaginiano, dunque, l’emozione e la gioia di dipendenti e clienti che, finalmente, potranno, dopo un anno e mezzo, vedere riaprire locali melanconicamente vuoti. E’ stato fatto, quindi, un primo passo verso la normalità anche in questo settore, ricordando che, proprio in questi giorni, cinema e teatri saranno, invece, usufruibili dal pubblico al 100% e gli stadi al 75%. Insomma, gradualmente, in taluni casi forse troppo, si torna alla normalità e di ciò, tutti noi, non possiamo che esserne felici!
Maurizio Filippini