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PANDEMIA: COME USCIRNE?

La domanda posta nel titolo se la stanno sicuramente facendo milioni di persone nel mondo e la risposta è nel contempo facile, quanto complessa dal mettere in pratica. E’ ovvio, infatti, che per sconfiggere in modo drastico il Covid-19, sia fondamentale avere a disposizione un numero adeguato di vaccini. Oltre a ciò, è assolutamente importante che vi sia un costante approvvigionamento delle scorte; nota assai dolente, perchè appena s’interrompe la catena di distribuzione delle fiale, giocoforza tutto diventa ancora più complicato.

Il caso Astrazeneca, merita, poi, una doverosa riflessione generale. E’ notorio che solitamente per produrre dei classici vaccini, occorrano mediamente degli anni, utili anche e soprattutto per testare in modo approfondito quanto scoperto. Ebbene, nel caso dell’antidoto al Covid-19, vista l’enormità delle persone coinvolte, c’è stata un’accelerazione e nel giro di pochi mesi, ecco che sono stati messi, dunque, a disposizione una serie di vaccini. E’ prevedibile, quindi, che vi possano essere degli effetti collaterali che, al momento, hanno, fortunatamente colpito un numero esiguo d’individui. Attenzione, però, il fatto che siano morte delle persone dopo essersi vaccinate, deve essere, comunque, un campanello d’allarme da non sottovalutarsi, anche se l’Ema ha ridato il via libera all’Astrazeneca. Chiaro è, comunque, che non essendo dei robot, ma degli esseri umani, chi si è già sottoposto a questo tipo vaccino e dovrà fare il richiamo, oppure chi sarà convocato nei prossimi giorni per la prima volta, potrà, naturalmente, avere dei dubbi e delle paure. Ad ogni modo, tornando alla domanda iniziale, il problema è che appare difficoltoso fornire delle date certe su quando potrebbe terminare il percorso vaccinale, quantomeno per raggiungere l’agognata “immunità di gregge”. Giorno dopo giorno, in Italia ed all’estero, assistiamo, infatti, ad annunci che, poi, ahimè, il più delle volte vengono vanificati da ritardi nella consegna dei vaccini, senza tralasciare il fatto che alcune aziende, periodicamente, tagliano in percentuale le dosi destinate alla popolazione di un determinato Paese. Insomma, siamo tutti perfettamente consapevoli che la calamità sia a livello mondiale, con tutte le drammatiche conseguenze del caso, ma l’augurio è che, in tempi non biblici, si possano, finalmente, avere delle certezze in merito alle reali tempistiche di vaccinazione delle varie fasce anagrafiche. L’aspetto psicologico derivato da questo dramma che si è abbattuto su di noi circa un anno fa, non deve essere, a nostro avviso, trascurato, perchè, come detto in precedenza, non siamo macchine, ma esseri umani con tutte le nostre normali fragilità, sicuramente amplificate dal dover ancora convivere col Coronavirus.

Maurizio Filippini

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