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La cultura in sofferenza si prepara a ripartire.

Un settore in crisi. Così come quello economico, sociale, sanitario. La cultura, però, adesso è pronta a ripartire. Sì, perché stando così le cose, con il nuovo DPCM musei e gallerie d’arte (in un primo momento) potranno finalmente riaprire i battenti dopo mesi di stop. Questo riguarderà soltanto le Regioni che presenteranno Rt inferiori allo 0,5 e che dunque saranno collocati in zona gialla o bianca. Ma è già una conquista importante. Un passo avanti che successivamente potrebbe riguardare anche altri luoghi di cultura, cinema e teatri ad esempio. La notizia è stata accolta con entusiasmo dagli operatori del sistema. Tanto che già ieri circolava con insistenza la voce di un possibile concerto al Colosseo, che riaprirà ufficialmente sabato 16 gennaio, se il Lazio resterà zona gialla.

Un evento che potrebbe segnare la rinascita dei poli culturali e del nostro patrimonio artistico dopo un anno terribile. Basti pensare che soltanto l’Anfiteatro, tra i siti più visitati al mondo e il più visitato d’Italia con 7,5 milioni di persone, ha chiuso il 2020 con un crollo degli incassi senza precedenti e che ammonta a circa 51 milioni di euro. Certo, i numeri che riguardando l’occupazione nel settore cultura non sono per niente confortanti. Prendiamo l’ultima rilevazione dell’International Council of Museums. I tagli del personale hanno riguardato almeno il 30% dei musei che hanno risposto all’emergenza sanitaria e alle chiusure forzate con una rinuncia ai propri dipendenti. E parliamo di una rinuncia anche abbastanza consistente e dolorosa, se pensiamo che il 10% degli istituti si sono trovati a dover dimezzare il proprio personale.

E nel nostro Paese? L’Italia ha registrato un calo dell’occupazione che ammonta al 2,9% dell’intero settore dei servizi. La cultura, in particolare ha subito una perdita del 10,5% delle posizioni lavorative. Il peggior calo registrato insieme a quello del settore turistico. Un triste primato. Anche perché il Bel Paese vive anche e soprattutto di questi due settori. Cultura e turismo, patrimonio artistico, bellezze storiche. Senza tutto ciò l’Italia, probabilmente, non sarebbe apprezzata e non accoglierebbe tutti gli anni turisti da ogni parte del mondo.

Ma adesso i dubbi sul dopo epidemia sono tantissimi. Troppi. Quante di queste persone torneranno al loro posto una volta che l’epidemia sanitaria sarà un lontano e triste ricordo? Quante di queste persone riusciranno a immettersi nuovamente nel mercato del lavoro? Sarà dura e difficile, perché con la pandemia alle spalle il settore farà comunque fatica a ripartire e a tornare alla normalità. Ci vorrà tanto tempo. Ma ci vorrà anche una piccola iniezione di fiducia e di finanziamenti per poter ricomporre tutti i tasselli nel modo più giusto.

La prima pietra è stata posta con il Recovery Plan. Ma basteranno 8 miliardi per sostenere uno dei settori più colpiti dagli effetti del Covid-19 e per farlo crescere nei prossimi anni? La filiera conta tantissimi addetti. Molti dei quali anche dimenticati dai vari decreti ristori e dai bonus che negli ultimi mesi sono stati dati a professionisti e lavoratori. La ripresa sarà tutta in salita. Speriamo solo che, una volta arrivati in cima, saremo in grado di ammirare il panorama che ci si presenterà ai nostri occhi.

Irma Annaloro

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