FOCUS SUL MONTENEGRO ED I BALCANI OCCIDENTALI
Con piacere, ripropongo sulla nostra testata, una recente intervista concessa sul tema dei Balcani Occidentali, con un focus principale sul Montenegro.
- Il governo italiano, su Sua iniziativa parlamentare, ha adottato il decreto che consente ai residenti dei paesi dei Balcani Occidentali l’ingresso in Italia, precedentemente completamente vietato a causa delle misure della pandemia covid19. Cosa significa esattamente questo per il Montenegro?
Il passaggio del Montenegro nel Gruppo E, pone norme sicuramente meno restrittive per chi volesse venire, ad esempio, nel nostro Paese. Un primo, significativo passo verso un’apertura che, pandemia permettendo, auspichiamo possa diventare ancora più ampia.
- L’Italia ha realizzato il primo ponte infrastrutturale, ovvero la società Terna è l’implementatore dell’interconnessione energetica che collega fisicamente il Montenegro e l’Italia cioè i Balcani Occidentali con l’UE. L’ENI sta svolgendo esplorazioni relative alla possibilità di sfruttamento di gas e petrolio. Quali sono secondo lei i possibili nuovi settori e progetti di cooperazione tra i nostri due paesi?
La vicinanza geografica fra Montenegro ed Italia, dovrebbe essere un elemento che favorisce un maggiore e proficuo interscambio fra le due nazioni. A mio avviso, ad esempio, il turismo potrebbe essere un settore da sondare con particolare attenzione, ma una stretta cooperazione fra i due Paesi è sicuramente possibile anche, generalmente, in altri comparti dell’imprenditoria. Vi sono tuttora molte potenzialità inespresse che, spero, con l’impegno reciproco, possano, dunque, portare concreti vantaggi per ambedue le realtà.
- Un recente studio dello ECFR (European Council on Foreign Relations), il principale think-thank europeo, ha rilevato che l’Italia e la Spagna sono in cima ai paesi dell’UE per il sostengono dell’ingresso dei Balcani Occidentali nell’UE. Dato che l’Italia sostiene continuamente l’adesione del Montenegro all’UE, ritiene che sia realistico, utile e necessario, che l’Italia sia il principale sponsor dell’adesione del Montenegro?
Personalmente sono convinto che ci si debba adoperare affinchè i vari Paesi balcanici occidentali possano entrare nell’UE. L’Italia sostiene, da tempo e convintamente, tale ipotesi che, come Manuel Vescovi, non posso che apprezzare e dunque pienamente condividere.
4.Recentemente è stato pubblicato che le Conclusioni relative all’allargamento della Commissione Europea sono state bloccate, a causa della controversia tra la Macedonia del Nord e la Bulgaria. Pensate che sia giusto che le controversie bilaterali possono rallentare o bloccare il completo processo dell’allargamento?
Sinceramente ed obiettivamente non ritengo che la querelle tra la Macedonia del Nord e la Bulgaria, sia l’elemento principalmente frenante relativo all’allargamento ad altre Nazioni in un contesto europeo. A mio avviso, la scarsa operatività dello stesso organo rappresentante l’Europa, la scarsa attenzione di alcuni parlamenti nazionali e la doverosa massima concentrazione sui riflessi della pandemia, si sono rivelati, tutti assieme, degli ostacoli insormontabili.
- Il Montenegro non ha chiuso nessun capitolo di negoziato quest’anno, la Serbia non ne ha aperto alcuno e i negoziati con la Macedonia del Nord e l’Albania sono effettivamente bloccati. Pensa che sia un messaggio chiaro da Bruxelles su cosa pensa dell’ammissione di nuovi membri e del processo di allargamento?
L’Italia deve farsi promotrice e favorire la creazione di uno specifico organismo che guardi ad un allargamento ai Paesi del Mediterraneo. E’ noto che sono un assertore di una Europa dei popoli e non dei burocrati; sono, per la precisione, propugnatore del progetto “Stati Uniti d’Italia”, ovverosia di uno Stato federale che possa diventare un preciso punto di riferimento a livello di Stati che si affacciano sul Mediterraneo. In questo contesto, il Montenegro potrebbe essere davvero strategico.
- Pensa che in alcuni paesi dell’UE ci sia stata saturazione non solo per l’ammissione di nuovi membri ma anche per l’allargamento stesso come processo? Qual è la ragione principale del rafforzamento dell’idea di euroscetticismo nella stessa UE?
La UE è attualmente gestita da persone che non hanno una visione, ma che vivono una mera quotidianità, senza concrete, importanti e doverose prospettive. Bisogna assolutamente puntare ad un Mediterraneo allargato; il futuro deve, infatti, prevedere la massima agevolazione degli scambi commerciali, a partire dal favorire quelli con gli Stati del Nordafrica. Meno vincoli, meno frontiere, significano più opportunità di sviluppo per tutti.
- In che misura tale disunione dell’UE, riguardo all’allargamento, può portare a una maggiore influenza di altri attori nei Balcani, come Russia, Cina e Turchia, che sono già presenti, e cosa dovrebbero fare Bruxelles e Roma in tal senso?
Abbiamo un’Europa che non ha delle guide autorevoli, come meriterebbe. Anche il nostro Paese, pecca sicuramente a livello di politica estera. Vi è poi, indubbiamente, la questione turca che è cruciale in uno scacchiere più ampio. Ribadisco, infine, la mia ferma convinzione che si debbano agevolare al massimo i rapporti su ampia scala proprio col Montenegro, un Paese con cui dovremo dialogare maggiormente, favorendo pure gli scambi culturali, ricordando, altresì, come la principessa montenegrina Elena, fu moglie del Re Vittorio Emanuele III. Un legame importante, dunque, che potrebbe essere quindi rinsaldato ed alimentato ai giorni nostri.
Manuel Vescovi